Ciao ragazzi, ciao da Andrea Unger, oggi volevo parlare non di trading direttamente o magari indirettamente appunto ma di pubblicità, di Ads su internet.

Noi trader o interessati al trading, siamo abituati, quando navighiamo su internet a trovare, ovviamente, pubblicità di argomenti legati al trading, vuoi di un broker, vuoi di opportunità incredibili e via dicendo.

Alcune sono palesemente pubblicità nel senso che vediamo chiaramente lo spot, l’Ad Words, quello che vogliamo che ci fa una proposta che noi poi siamo liberi di accettare o meno.

Ci sono però nell’ultimo periodo soprattutto, c’è una crescita dei tipi di inserzioni pubblicitarie che sono diverse.

Fanno parte della categoria del native advertising -se poi dico degli strafalcioni tremendi proprio nello specifico qualcuno che ne sa di più mi perdoni prima e poi semmai intervenga a conguagliare quello che dico-, però che praticamente sono delle pubblicità che hanno un aspetto diverso da quello classico e sembrano parte integrante della lettura che stiamo facendo.

Mi spiego meglio: vi è mai capitato -sono sicuro di sì- che leggendo qualsiasi articolo su una testata giornalistica on line, sotto, vedete, ci sono i link ad altri articoli e fra questi a volte ci sono dei link che parlano di argomenti a cui voi siete interessati.

Nella fattispecie io ultimamente trovo sempre il link a un articolo della mamma che ha investito in Bitcoin, 8 euro se non sbaglio, nel 2011 e ora nella famiglia sono tutti milionari.

Adesso andando a curiosare sull’articolo stesso c’è la storia -presunta- della mamma e poi, ovviamente, ci sono diversi link a come si possa fare, come studiare maggiormente l’argomento e via dicendo che poi inevitabilmente portano a quella che è la proposta più o meno commerciale da parte di chi ha sponsorizzato questo.

Spero che questa mamma esista e che davvero la sua famiglia sia milionaria -ho dei miei dubbi più che leciti- ma facciamo finta pure che esista, però è chiaramente questa una pubblicità -non dico occulta- ma velata perché noi trovandola nella forma di articolo crediamo che sia qualcosa di autorevole pubblicato proprio da una testata giornalistica quindi qualcosa che abbia dietro le affermazioni che fa una ricerca, uno studio e quindi qualcosa che certifichi il contenuto.

In genere questo invece non è assolutamente vero e ci troviamo di fronte proprio a una promozione bella e buona di qualche servizio mascherato per l’appunto da reportage e via dicendo.

Allora senza adesso andare a disquisire sulla attendibilità dei contenuti, la veridicità perché non voglio accusare nessuno di frode o di menzogna, però quello che voglio dire è che anche qualora quello che leggessimo avesse una altisonanza , ovvero ci dica delle cose che si facciano sobbalzare dalla sedia e magari spingere a intraprendere qualcosa di particolare, stiamo sempre attenti perché nella fattispecie proprio della mamma, madre di famiglia che ha investito 8 euro in Bitcoin potrebbe essere vero e i numeri, se uno fa quattro conti, potrebbero starci tutti, però è innegabile che è un caso particolare.

E’ come dire: il benzinaio all’angolo ha comprato il biglietto della lotteria e ha vinto 6 milioni di euro.

Si, è possibilissimo, però non è che se io vado a comprare il biglietto della lotteria cinque minuti dopo otterrò automaticamente lo stesso risultato.

E quindi tutto quello che leggete legato al trading, quanto più sensazionalistico sia, tanto maggiormente dovrebbe accendervi quelle lampadine, quegli quegli allarmi che vi dicono: “attento che qui ci viene mostrato il mondo del trading in una maniera che non è proprio quella poi reale quella che trovate”.

Io vi rinnovo l’invito a stare in guardia e a non sperare che nel trading si trovi il paese dei balocchi, la slot machine, il bancomat automatico che vi sforna i soldi perché tutto il bene che posso volere alla mamma che ha investito in Bitcoin, vi assicuro che è molto più complicato e molto più difficile di quello che ci fanno credere.

Vi saluto, alla prossima.

Ciao da Andrea Unger

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