Parte 1: Il primo incontro

Era capitato un giorno, un giorno qualsiasi. Il signor F aveva messo in affitto il suo bel appartamento: uno spazioso due camere con soggiorno e cucina. Un appartamento luminoso ed ordinato, arredato con gusto. Sapeva che non ci avrebbe messo molto ad affittarlo. Tuttavia, non potendo presenziare di persona alla maggior parte degli appuntamenti, aveva delegato la sua anziana mamma alle visite.

In fondo cosa poteva cambiare? La madre avrebbe soltanto dovuto far vedere l’appartamento ai potenziali inquilini, e se questi fossero stati interessati, sarebbe intervenuto lui in seguito per approfondire il discorso.

Capitò quel giorno però che la signora incontrò un signore, il signor M, che era davvero molto interessato all’appartamento. Forse un po’ troppo. Le diede subito cento euro di caparra per bloccare l’appartamento. La signora, confusa ed anche imbarazzata, disse che ne doveva parlare col figlio. Il signore, con gentilezza ma fermezza, disse che non si doveva preoccupare, avrebbe parlato in seguito col figlio e risolto tutte le questioni burocratiche e integrato la caparra già consegnata alla signora. La signora, non sapeva che fare, aveva provato a contattare il figlio ma senza riuscirci. Il signor M, in meno di qualche ora, aveva già avviato il trasloco nell’appartamento, insediandosi con la moglie e i tre figli.

Parte 2: La visita

Appena parlò con la madre, il signor F rimase a dir poco preoccupato. Chiaramente più di qualcosa non quadrava. Non sapeva però a che razza di soggetto sarebbe andato incontro. Decise di andare a controllare di persona, e bussò alla porta dell’appartamento. Quello che più lo colpì fu l’estrema gentilezza con cui fu accolto dal signor M e dalla moglie. Lo accolsero con una profusione di salamelecchi che non aveva mai visto in vita sua. Erano ossequiosi. La loro gentilezza era esagerata, ma funzionò. Il signor F fu preso in contropiede.

Dopo il caffè, l’amaro, qualche dolcetto e anche un piccolo regalino al commiato, il signor F aveva dei sentimenti piuttosto confusi. Gli sembravano delle brave persone (dopo un’accoglienza del genere, che altra impressione poteva avere?), avevano detto che a breve avrebbe pagato e che potevano fare il contratto quando a breve. Aveva una brutta sensazione alla bocca dello stomaco, ma perché non dar loro una chance? A volte una prima impressione può essere sbagliata. Quantomeno il signor F ci sperava con tutto il cuore.

Parte 3: La scoperta

Bandito. Già, proprio questa parola. Il signor M era stato appellato ‘bandito’, così gli era stato riferito. Lo scoprì qualche settimana dopo la visita. Era appena uscito dal carcere e si era ricongiunto con la sua famiglia. Il signor F appena lo seppe ne rimase sconvolto. Come avrebbe potuto liberare l’appartamento da una persona potenzialmente pericolosa?

Il signor F decise di agire. Non avrebbe potuto sopportare a lungo una situazione così ingiusta, non era nel suo carattere, anche se le storie sul signor M erano tutt’altro che rassicuranti. Iniziò un lungo calvario. Fece intervenire i carabinieri, ai quali il signor M disse (mentendo) che aveva mandato una raccomandata per far regolarizzare il contratto: inoltre, sulla sua carta d’identità risultava che la residenza era proprio in quell’appartamento.

I carabinieri se ne andarono non avendo nessun estremo per intervenire. In modo piuttosto incredibile, il signor M continuava ad assicurare nel corso dei mesi al padrone di casa che avrebbe pagato, sollecitava anzi per aver un regolare contratto d’affitto. Fare un contratto regolare di locazione ad un delinquente? Era fuori discussione.

Il signor F mise da parte sconforto e timori e decise di agire diversamente. La situazione non si sarebbe sbloccata da sola. Aveva paura di cadere in un vortice burocratico il cui esito appariva molto più che incerto ma sicuramente molto costoso. Prese coraggio e fece qualcosa di inaspettato.

Parte 4: Azioni di guerriglia

Il signor F iniziò con il far staccare le utenze. All’inizio il signor M pensò si trattasse di qualche problema con il fornitore. Quando si accorse dell’opera di sabotaggio, senza mezzi termini iniziò a rubare elettricità e acqua dalla fornitura della vicina. Un tira e molla di sabotaggi e ripristini. Questo regime di guerra fredda durò per qualche mese.Il signor F pensò come fosse incredibile che una persona potesse vivere in quelle condizioni senza batter ciglio.

Decise allora di alzare la posta. Il palazzo era piccolo, con pochi appartamenti (di cui un altro suo), e gli altri condomini ormai ben conoscevano la storia del bandito e quello che stava facendo passare al proprietario. Decise di far tappare col cemento la colonna di scarico dell’appartamento del bandito. Questa mossa fece capire forse pienamente al bandito che il signor F non si sarebbe mai arreso. La guerra ormai stava per giungere al termine.

Parte 5: Un felice addio

Gentile come alla prima visita, il signor M chiese di incontrare il signor F, e con i suoi modi melliflui e la sua faccia di bronzo (per non usare altre espressioni) gli chiese di pagargli il trasloco in quanto aveva trovato un altro alloggio. Il signor F aveva alla fine vinto questa triste guerra, anche se con l’amarezza di dover pagare questo ultimo prezzo.

Riflettendoci, pensò che era un piccolo prezzo da pagare per porre fine a questa situazione che si era protratta per quasi un anno. Una situazione che gli era costata non soltanto in termini economici, ma soprattutto in termini emotivi, di stress e preoccupazione per l’avere in casa una persona non soltanto morosa, ma anche potenzialmente pericolosa.

Alla fine del trasloco, il signor M con un sorriso smagliante azzardò anche la mano verso il signor F come per volerla stringere. La mano rimase col palmo aperto per una decina di secondi interminabili, prima che M salutasse e salisse sul furgoncino del trasloco che F gli aveva pagato. Più il furgoncino si allontanava, più il signor F sentiva il peso che aveva portato sul petto per quasi un anno alleggerirsi, fintanto che il furgone non divenne soltanto un puntino in lontananza. Felice di questo addio.