Ciao ragazzi, ciao da Andrea Unger.

Volevo parlare ancora una volta del “worst case scenario”.

Dunque il “worst case scenario” è quella perdita, quell’evento che è considerato il peggio che possa accadere nella strategia che si sta adottando.

Quindi è anche quel parametro che si tiene in considerazione quando si calcola di quanto si debba esporsi.

Quindi, quando si calcola quanto grande debba essere la propria posizione in maniera che qualora si verificasse quel “worst case scenario” non saremmo distrutti.

In genere cosa si fa? Si prende uno stop loss o la massima perdita storica del sistema, la si moltiplica per due, si prende il massimo drawdown, una serie di parametri a seconda di quello che si voglia scegliere e si prende questo come riferimento.

Il problema è che spesso si sottovaluta quello che potrebbe succedere. Un esempio attuale è quello che è successo a OptionSellers.com.

Per chi non lo conoscesse era un sito con gestione delle opzioni e promuoveva proprio chiaramente la vendita allo scoperto di opzioni sul future generalmente.

Hanno creato proprio tutta una struttura educativa con libri e quanto altro materiale interessante e spiegava il suo approccio e perché questo funzionasse, come sfruttare tutti i vantaggi della vendita di chiamiamolo tempo, volatilità, gamma, quello che volete e cos’è successo?

È successo che il movimento recente che c’è stato sugli energetici, in particolare sul natural gas abbia distrutto i conti che erano gestiti, abbia praticamente portato i trader che si affidavano o gli investitori che si erano affidati a questo questo tipo di approccio ad essere addirittura debitori nei confronti del broker perché avevano perso più di quello che avevano sul conto.

Allora uno dice, ma come? Il “worst case scenario”?

Ecco il “worst case scenario” era stato sottovalutato, tra l’altro, senza voler giudicare ovviamente perché non conosco i fatti a fondo, quindi dare giudizi sommari da chiacchiere da bar diciamo, senza voler giudicare quindi l’operato degli option sellers e le conseguenze che ne sono scaturite, guardando quello che è stato il movimento del natural gas, posso dire che non è stato così, non dico violento, ma così sorprendente e veloce da impedire una qualche reazione, apparentemente.

Chi lavorasse sulle opzioni sul natural gas sa che non è sempre facile trovare bid e ask decenti sul book, il market maker non è presente sempre e alle volte ci sono dei prezzi farlocchi, lo stesso non succede su altre opzionei, sul crude oil o sul miniS&P, ecco il natural gas invece è un po più latitante.

Però a parte questo, credo da profano che ci fosse probabilmente la possibilità di una qualche reazione, senza voler accusare nessuno di non averla fatta perché, ripeto, sono al di fuori di quello che è successo, ma cosa voglio dire con questo, voglio dire che può anche essere che la reazione non ci sia stata adeguata perché si sia sottovalutato il “worst case scenario”.

Sottovalutando quelle che poi sono state le conseguenze, sottovalutando la portata del movimento al di fuori di ogni logica aspettativa e quindi al di fuori di tutti quei parametri che si giudicavano ragionevoli non si è A: preparato un piano preventivamente nel caso questo fosse successo; B: non si è reagito durante l’avvenimento forse ,dico forse, pensando che comunque sarebbe rientrato forse pensando che comunque non si sarebbe portato ai livelli che poi sono stati la causa più che altro dei margin call.

La cosa grave anche è che molto probabilmente con i dati a disposizione sulle opzioni e via dicendo quando fra 3, 4 anni qualcuno farà un back testing della strategia su opzioni di vendita a nudo su natural gas sottovaluterà questo avvenimento perché sottovaluterà il margin call quindi l’insufficienza dei capitali per quello che diventava la richiesta del broker, sottovaluterà il movimento intra day che il più delle volte non è disponibile nei dati che ci sono dati per quello che riguarda le opzioni e quindi non leggerà nel suo back test la drammaticità di quello che è successo e avrà quindi una valutazione assolutamente sommaria ed insufficiente di quello che potrebbe essere nella fattispecie un “worst case scenario”.

Detto questo, quello che voglio dire ancora è, qualunque”worst case scenario” andiate a valutare, va benissimo, l’importante è che non sottovalutiate mai quello che potrebbe succedere.

Quello che vedete, quello che avete visto, quello che vi è stato raccontato non giudicatelo come: “Si va bene, ma tanto è successo una volta…” no ecco bisogna sempre essere per lo meno attenti perché un avvenimento come questo vi metterebbe completamente fuori dai giochi.

Non è la batosta, diventa proprio l’annientamento.

Perché quando uno pulisce il conto e in più deve anche dare i soldi al broker insomma, tanta voglia di rimettersi in sesto non ne avrà penso, magari neanche la possibilità se quelli erano tutti i suoi soldi.

Per cui diventa estremamente importante essere pessimisti e accettando quindi quelli che possono essere eventi drammatici.

Martingale spinte all’estremo perché tanto rimbalza, opzioni vendute a nudo perché tanto oltre quel livello non andrà e stop loss non messi perché tanto poi il prezzo torna sempre.

Si, va bene tutto, finché non succede.

Quando succede poi son dolori.

Attenzione ragazzi perché i soldi sono vostri, teneteveli stretti, non buttateli via sottovalutando i rischi che ci sono, e ce ne sono tanti nel trading.

Ciao da Andrea Unger alla prossima.

 

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articolo originale disponibile qui: https://blog.ungeracademy.it/2018/11/30/worst-case-scenario/