Ascolta “Perche' volete fare il trader?” su Spreaker.

Ciao ragazzi ciao da Andrea Unger.

Spesso mi viene chiesto: ma tu perché insegni?

Io adesso voglio fare una domanda a voi invece: ma voi perché volete fare trading?

Attenzione che non sembra una botta e risposta, è proprio una domanda su cui riflettere.

Ho riflettuto a mia volta sulla questione tornando indietro nel tempo, perché io volevo fare trading?

E perché volete farlo voi?

Molte persone si approccia al trading con l’idea di ricchezza, con l’idea del dolce far niente e guadagnare soldi.

Chiaramente queste persone non hanno capito niente, proprio detto chiaramente, sia perché non è così semplice come viene molte volte proposto, sia perché in fin dei conti se poi gli si chiedesse: sì ma cosa faresti se avessi tutti quei soldi?

Non saprebbero rispondere, molti direbbero: Tu non ti preoccupare, tu dammi i soldi che ci penso io.

In realtà però all’atto pratico viene quel dubbio, una condizione diversa da quella a cui si è abituati e quindi o si fa uno scempio dei soldi che si hanno a disposizione o ci si trova spaesati di fronte alla novità, magari piacevole in questo caso o giudicata tale, ma comunque una novità, una differenza rispetto a quello che è lo standard.

Ma perché proprio il trading?

Probabilmente il trading è, insieme alle scommesse, il campo più vicino ai soldi stessi.

Le scommesse a suo tempo mi ricordo, quando ero ragazzo, il totocalcio e mi ricordo che mi dilettavo nella creazione dei sistemi di totocalcio, i sistemi ridotti per poter avere più possibilità.

La mia rovina fu che io la prima volta che ho giocato la schedina col mio compagno di banco Marcello facemmo 12, avevamo vinto mi sembra di ricordare 196.000 lire.

Ci eravamo convinti, o perlomeno io mi ero convinto, di essere bravi e da lì in poi ho continuato a giocare la schedina, sempre incrementando gli studi e le valutazioni da fare spendendo forse più di quei soldi che avevamo vinto all’inizio, senza più vincere niente insomma.

Però avevo questa idea di fare soldi tramite il totocalcio e puntavo a dire il vero allora, se avessi potuto fare una scelta ci ho riflettuto, ad una rendita costante, cioè una vincita contenuta ma sicuramente maggiore di quello che era uno stipendio normale, settimanalmente, piuttosto che il super malloppo una tantum che poi crea, si sa è successo in tanti casi, parecchi problemi più che soddisfazioni.

Detto questo, le scommesse appunto, oggi il totocalcio è mutato in cose molto più elaborate e poi c’è il trading, il trading che è proprio quel campo dove la gente cerca un nuovo Eldorado con l’apparente semplicità, perché basta metterci qualche soldo nell’immaginario collettivo, per ricavarne tanti altri.

Anche le barriere all’accesso sembrano ridotte, così come nelle scommesse, specialmente in quelle sportive, dove si suppone di conoscere il campo di applicazione, anche nel trading si pensa che comunque con qualche informazione si riesca a costruirsi il bagaglio necessario per affrontare i mercati e poi come conseguenza guadagnare soldi.

Ecco perché ebbero successo anche le opzioni binarie che col trading hanno poco a che fare, ma erano in quell’ambito e davano l’idea di essere dei trader e poi mi mettevano in contatto con la possibilità, un po’ farlocca a dire il vero, di poter guadagnare.

Ma voi perché lo fate?

Lo fate perché volete fare soldi senza fare niente?

Chi mi risponde che è per passione, che poi è il caso mio, lo ammetto, ma anche lì mi sentirei di domandare: la passione, come ti è nata la passione?

Come fai a sapere che hai la passione di qualcosa che affronti adesso?

La passione da cosa nasce?

Dallo spirito di rivalsa nei confronti di qualcosa o la dimostrazione di essere capaci di battere, come si dice in gergo borsistico, i mercati?

Oppure alla fine ruota sempre lì tutto e si va a parare sui soldi?

Di fatto è l’obiettivo, l’obiettivo è guadagnare, se non si guadagna si perde, se va male si fa pari, però certamente non è qualcosa da portare avanti nel lungo periodo.

Quindi perché?

Perché il punto è che se ci si fa troppo trascinare dall’idea del guadagno, si finisce per perdere di vista i tecnicismi necessari, perché alla fine, non mi stancherò mai di ripeterlo l’ho fatto fino alla nausea penso, bisogna studiare per affrontare i mercati, studiare e prepararsi a dovere.

Prepararsi a dovere significa avere l’infrastruttura necessaria, io sponsorizzo il trading automatico perché è il modo più “scientifico” se lo vogliamo chiamare così, per affrontare i mercati e per affrontarlo bisogna prepararsi adeguatamente prima di buttarsi.

Il prepararsi poi però crea una seconda famiglia di aspiranti trader, che sono i troppo appassionati, cioè quelli che sono spinti a fare trading per coltivare e far crescere dentro di sé l’idea di poter diventare trader di successo.

Per non cancellare mai questa idea, questa speranza, cosa fanno queste persone?

Non smettono mai di studiare, sviluppano eccetera e poi tendono a non far mai trading.

Non fanno mai trading perché inconsciamente hanno un freno interiore che li blocca dal fare trading perché potrebbero scoprire, facendo poi trading col mercato reale, che tutto quello su cui hanno costruito le loro idee in realtà sia un castello di carte che crolla quando si mette il primo ordine nel mercato.

C’è questo freno inibitore per la difesa personale quasi, a non buttarsi, e si continua a studiare, si studia, si impara, che va tutto bene, però c’è un limite a cui uno deve guardare, che tutto lo studio non sarà mai completo finché non si acquisisce l’esperienza diretta sui mercati.

Tante cose io le ho imparate proprio subendo, fra virgolette, i mercati perché quando qualcosa va storto mi domando: ma se io avessi fatto questa cosa diversamente, se il mio sistema avesse tenuto in considerazione questa evenienza a cui ho assisto in questo momento, cosa sarebbe successo?

Il più delle volte, lo programmo, lo testo e scopro che in realtà sarebbero peggiorati i risultati, quindi il sistema originale è comunque quello migliore, seppur in quel momento mi mette in una condizione di disagio, però alcune volte si trovano cose interessanti e questo soltanto vivendoli i mercati.

Per cui chi studia, studia, studia per mantenere viva quell’illusione di diventare trader, fa male secondo me.

Fa male perché a parte il gusto di studiare ed imparare che va bene per qualsiasi materia ovviamente, però il suo sogno barcollerà sempre finché non si metterà alla prova dei fatti.

Quindi prima o poi bisogna agire.

Il sogno però da cosa nasce?

Perché uno vuole diventare trader?

Ditemelo voi, io la passione ce l’ho, l’ho fatto per la libertà, che poi è una libertà relativa.

Sì, io faccio quello che voglio quando lo voglio è vero, però di fatto un po’ per la passione, un po’ per il senso di responsabilità verso quello che faccio, le mie giornate vengono comunque spese davanti al computer e in studi nuovi, in valutazione e tutte queste cose che comunque fanno parte della mia routine, che non sono strettamente necessarie al funzionamento della routine, ma sono lì perché escono da me stesso, figle della passione e quindi inibiscono un po’ quella libertà che che cercavo, che però potrei avere, quindi è un po’ un gatto che si morde la coda, però sono più che contento di quello che ho fatto ovviamente.

Ma voi perché?

Ditemelo voi, scrivetelo qua sotto, perché volete fare i trader?

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articolo originale disponibile qui: https://blog.ungeracademy.it/2019/07/12/perche-vuoi-fare-il-trader/