Forza Rocky ce la puoi fare…non fa male… ok dai è tuo, distruggilo.

Ciao ragazzi ciao da Andrea Unger.

Rocky, Rocky Balboa, non fa male… non fa male…

Ho citato Rocky. Che c’entra Rocky con il trading? C’entra!

Spero, perché a me piace, che tutti abbiate visto il film di Rocky e abbiate presente la scena in cui Duke gli ripete come un mantra: “Non fa male Rocky non fa male, non fa male!”

E sull’onda di questo impulso Rocky è pronto a prendere botte da orbi senza batter ciglio quasi no?

Si espone addirittura all’avversario sfidandolo a colpirlo più forte senza apparentemente subirne alcuna conseguenza.

Quindi dopo le botte prese in sofferenza, attiva quel momento di trance agonistica, il suono roboante nella mente “Non fa male, non fa male” in cui lui si espone e incassa qualsiasi colpo in maniera passiva, ma senza vacillare realmente.

Perché cito questo?

Perché questo succede anche ai trader. Non che prendono quel tipo di pugni ma ne prendiamo altri e subentra alle volte quando si arriva ad anellare una serie di perdite, magari anche rocambolesche, consecutive, a esporsi quasi alla maniera di Rocky al mercato senza più percepire quel senso di dolore che la perdita ovviamente causa e quasi andando allo sbaraglio.

Quasi con la mente “non fa male” e ci si butta ad occhi chiusi andando incontro ad una sorta di autolesionismo perché si perde ad un certo punto tutto quel quel concetto di difesa che in genere ci salvaguarda dalla rovina o che comunque è una parte imprescindibile del bagaglio del trader nell’affrontare il mercato.

Arrivare a quella fase, superare quel limite in cui a un certo punto le perdite è quasi come se non esistessero più, perché anche se ci sono non ci fanno più male, contrariamente a Rocky che poi andava a vincere, a noi fa un male boia perché veramente ci porta a una situazione insostenibile.

Siccome il confine è molto sottile e c’è sempre il rischio di superare quella soglia bisogna cercare di essere quanto più disciplinati per evitare di cadere in questa trappola, la trappola dell’abbandonarsi completamente al mercato in balia, non dico degli eventi, ma delle perdite. In quella specie di trance in cui quasi ci si vuole affossare da soli, in un ipotesi di recupero o non si sa neanche che cosa, si arriva veramente ad essere completamente in balia delle perdite, ma ci si espone senza più alcuna difesa.

Ecco, non bisogna superare, varcare quella soglia! Come fare questo? Certo non è così semplice. Il primo metodo è non fare trading per niente!

Infatti, a parte gli scherzi, sconsiglio a tutti quelli che sono eccessivamente emotivi di fare trading perché rischiando veramente di trovarsi in questa situazione.

Però è importante tenere sempre un diario di quello che si fa, un diario che si può, si deve scrivere dopo l’operatività, ma che si può leggere a mente fredda, magari la sera dopo che si sono chiusi i mercati o che sia chiusa la propria finestra operativa e sul quale si può riflettere.

Si arriva lì a rendersi conto proprio leggendo le proprie impressioni o leggendo i risultati delle proprie reazioni che si sta varcando quel limite.

In quel caso è quanto mai necessario fermarsi!

Il fermarsi alle volte allevia quel senso di stress e quel peso e quando poi si riparte può essere una settimana, un mese, un anno dopo o mai,(mai in questo caso non applica la nuova verve ) però quando si arriva a ripartire, ecco lì si riparte con maggiore consapevolezza e si fanno meno danni sicuramente, perché si riesce a pianificare meglio quello che si fa.

Pianificare, cosa che non si fa quando si fa Rocky e si prendono soltanto i pugni.

Quindi ragazzi è quanto mai importante tenere traccia di quello che si fa e analizzarlo criticamente sempre.

Quando si nota che si sta passando il limite, bisogna fermarsi.

Il trader discrezionale si fermerà perché capirà di non essere nello stato d’animo adatto a proseguire, il trader sistematico fermerà magari tutto e farà un’analisi approfondita di quelli che sono i suoi sistemi per capire cosa c’è che non sta andando sempre nell’ipotesi in cui effettivamente i risultati siano lontani da quello che è qualunque aspettativa dei sistemi messi in macchina.

Fermarsi è importante, Rocky aveva un doppio vantaggio a comportarsi così.

Un vantaggio psicologico personale in cui si rafforzava, quindi rafforzava la propria capacità di resistere ai colpi nel ripetere quel mantra, e un vantaggio psicologico di indebolimento dell’avversario che vedeva quest’uomo che si esponeva spavaldamente ai colpi senza batter ciglio, chiaramente ne subiva le conseguenze.

Ecco, il nostro avversario, se così si può dire ,oltre a noi stessi, ma in questo caso è il mercato.

Il mercato non si impressiona minimamente, se noi prendiamo pugni stando in piedi.

Quindi ragazzi Rocky è un bellissimo film, però nel trading si applica un po’ male, fa tanto male, fa male.

Ciao ragazzi alla prossima!
Ciao da Andre Unger…

 

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articolo originale disponibile qui: https://blog.ungeracademy.it/2018/11/16/quando-smettere-di-fare-trading/