Ciao ragazzi, ciao da Andrea Unger.

Il trading è per tutti? No!

No nel senso che, allora parentesi, chi lavora in azienda o chi ha lavorato in diverse aziende forse si sarà accorto che in ogni azienda ci sono gruppi di impiegati che dipingono quell’azienda in cui lavorano come la più dura di tutte no, “Come si lavora qua non si lavora da nessuna parte!” “lo stress che c’è qui non c’è da nessun’altra parte!” e questo è comune a diverse aziende.

Quindi o sono tutte estremamente impegnative oppure è un po una forma mentis dell’impiegato comune nei confronti dell’azienda in cui lavora e non c’è niente di male in questo, però io l’ho notato e non voglio a mia volta dire il trading è il lavoro più duro del mondo e via dicendo.

Ci sono professioni ben più complicate più delicate e anche di maggior valore sociale soprattutto e quindi il trading è difficile ma non è sicuramente qualcosa di mostruosamente impegnativo rispetto ad altre professioni.

Però è pur vero che psicologicamente offre, mostra degli ostacoli che altre professioni magari non hanno nella stessa maniera.

Se una persona non è in grado di sopportare il carico psicologico derivante da posizioni in perdita o in forte guadagno ,più piacevole la seconda, però pur sempre qualcosa che può pesare psicologicamente e quindi inficiare la bontà delle decisioni che uno va a prendere diciamo, è chiaro che non è proprio il lavoro che fa per lui.

Se io avessi difficoltà a parlare in pubblico, far l’attore di teatro forse non sarebbe la scelta più opportuna. Magari mi aiuterebbe a combattere questa mia difficoltà però sicuramente non ci sarebbe un connubio ideale immediato nella scelta che farei.

Lo stesso vale per il trading, se io so dal principio che non sopporto una posizione in perdita o non so più cosa fare, non capisco più niente se vedo dei guadagni, ecco che forse il trading non è proprio quello che fa per me.

Quindi è vero, c’è un ostacolo psicologico che tra l’altro si ingigantisce quando si notano i desideri di rivincita, di rivalsa che nascono specialmente nel trading.

Se ne fa un po’ una questione personale e quindi molte persone si incaponiscono cercando di recuperare quello che hanno perso o gli errori che hanno fatto o pensano di aver fatto e questo è pericoloso, pericoloso perché può peggiorare la situazione ulteriormente e fare trading con l’obiettivo di recuperare il denaro perso incaponendosi in questa mission diciamo è estremamente pericoloso come detto altre volte e quindi può portare danni ben maggiori di quelli già subiti.

Quindi chiunque abbia una psicologia non dico debole, ma particolare nei confronti della gestione delle perdite, parlo di perdite, ma vale anche per i guadagni, però le perdite sono quelle che portano il problema maggiore il trading insomma farei meglio magari a lasciarlo da parte.

C’è un secondo ostacolo però che non è proprio da sottovalutare, ed è la capitalizzazione.

Se è vero come più volte affermato che le performance millantate in giro di 100, 200, 300 sono delle bufale, a seconda di come la si veda, ma non è che io adesso metto mille euro sul conto e ogni anno faccio il 300 per cento. No!

E quindi se io voglio guadagnare realmente dal trading, quello che mi serve, quello che desidero per vivere per fare quello che voglio insomma, è chiaro che di partenza dovrò avere un capitale sufficiente.

Facendo i conti con quel 30% che io ho detto, ma che in realtà è ottimistico e quindi stiamo anche più bassi, ma stiamo sul 10% per essere dalla parte della ragione, supponendo di avere le capacità di fare quello che si debba fare.

Ecco, il 10% all’anno se ci devo vivere con quei soldi fate un po’ voi i conti di quanto vi serve avere sul conto trading.

Oltretutto, specialmente nel trading automatico che è quello che faccio io non c’è nulla di gratuito immediatamente.

C’è una piattaforma che può essere gratis ma che magari è a pagamento.

Quella che uso io è a pagamento nella fattispecie.

Un flusso dati per alimentare i grafici in real time, perché esso sia di qualità, affinché si faccia un lavoro fatto bene, a sua volta va pagato e anche questo ha dei costi aggiuntivi. Magari un cloud dove far girare tutta la piattaforma e via dicendo.

Ci sono una serie di costi, che alcuni sono fissi, alcuni sono variabili ma alcuni sono una tantum, alcuni sono ripetitivi, che comunque vanno ad azzoppare un po ‘ il capitale che si ha a disposizione e quindi, facendo i conti, uno deve essere cosciente che se intende affrontare questo percorso con mille euro può considerarlo un hobby, un divertimento, sperando che ci si diverta, ma non sarà mai una professione.

Se poi c’ha un colpo di fortuna che decuplica il capitale in un mese già cambiano un po’ le cose, però è un colpo di fortuna non è che sia la regola.

Quindi ostacolo psicologico sicuramente, ma anche ostacolo pratico un ostacolo pratico che, chi vuole fare trading sistematico ho detto più volte, almeno 15 20 mila euro dedicati al trading ci vogliono, perché sia un po più di un hobby ma siamo sempre molto ai limiti.

Le basse capitalizzazioni non aiutano questo è un ostacolo che non viene detto dalla maggior parte dell’informazione dell’industria del trading, perché ovviamente, è ovvio che non ci sono tantissime persone con tale disponibilità immediata per fare trading e quindi si taglierebbero subito le gambe nell’offerta di brokeraggio o formativo quello che volete, rivolgendosi solo a quelli che hanno la capitalizzazione sufficiente.

Ma va detto, va detto perché altrimenti si creano delle illusioni che dopo la realtà ci dimostra molto più pesante di quella che si sperava.

Quindi il trading no non è per tutti, non è per tutti perché ci sono ostacoli sia di natura psicologica che si possono magari by passare o cancellare con un training adeguato, non lo faccio io quindi non sto pubblicizzando nulla, ma ci sono anche ostacoli pratici dove c’è una necessità di denaro libero da pensieri. Quindi non è…: “C’ho 15 mila euro in tutto il mio conto bancario, lo metto sul trading.” No! Sarei un pazzo furioso perché rischio veramente di farmi male.

Ma la disponibilità finanziaria da dedicare al trading deve essere sufficiente affinché con certi guadagni percentuali all’anno diventi praticamente profittevole.

Poi dopo il “quanto” è profittevole per fare quello che bisogna fare dipende da ciascuno e dagli obiettivi che uno ha.

Per cui potrò deludervi però il trading no, purtroppo non è per tutti. Ecco, chi lo fa come hobby benissimo, ma se si pensa alla professione non è così semplice come può sembrare come avviene a volte raccontato.

Ciao ragazzi ciao da Andrea Unger!

 

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articolo originale disponibile qui: https://blog.ungeracademy.it/2018/07/20/iltrading-e-per-tutti/